Melone e anguria sono tra i frutti più amati in estate e non solo, ma in particolare il melone trova applicazione ancora più diffusa anche in stagioni come l’inverno, la presenza del melone non si trova solo come alla fine dei pasti (basta pensare a preparazioni tradizionali come prosciutto e melone). Il melone esiste in tante versioni, ed alcuni nutrizionisti includono il melone tra le forme di frutta potenzialmente utili per ridurre la glicemia.
Questo nonostante la quantità di zuccheri naturali presenti non siano così ridotti, infatti si tratta di un concetto che divide i nutrizionisti stessi: come ogni alimenti e concetto non esiste un cibo, tantomeno un tipo di frutta che può far ridurre “di botto” i picchi glicemici, ma allo stesso tempo non esistono cibi che possono fare improvvisamente il contrario. Come mangiare meloni per ridurre la glicemia?
Contenuto del melone
Il melone è un frutto estremamente ricco di potenzialità utili, essendo particolarmente utile grazie alla sua capacità idratante. Nella maggior parte dei casi il melone nelle sue comunque disparate ed abbastanza diversificate, sono per proprietà tutti abbastanza simili tra di loro. Il melone fa bene, in senso generale, tra vari tipi di vitamine e non solo.
Presente ad esempio la vitamina C e B, entrambi utili per favorire l’assorbimento e l’integrazione di alcuni minerali come il ferro nel corpo, ma anche il calcio nelle ossa. Allo stesso modo sono presenti magnesio, calcio e fosforo tutti elementi utili per l’organismo. La quantità di zuccheri naturali, maturati dalla costituzione del frutto stesso non sembra essere un elemento a favore per ridurre la glicemia.
Melone contro la glicemia alta
Infatti ciò che rende il melone comunque utilizzabile nel consumo anche abbastanza di frequente è l’ingente quantitativo di acqua che contribuisce all’apparato diuretico dell’organismo e può aiutarci concretamente contro la ritenzione idrica, regolarizzare la pressione. E se consumate in modo non eccessivo e nella metodologia giusta possono ridurre la glicemia.
- Conviene non mangiarlo da solo ma unito ad altri elementi poveri di zuccheri ad esempio dopo la verdura o con altre tipologie di frutta come gli agrumi
- Consumato in maniera particolare come fine pasto così da permettere una digestione agevole ed una riduzione della glicemia naturale
- Moderare le quantità a 50-60 grammi per volta, fino ad un totale massimo di 200 grammi al dì
Contiene poche calorie ed è in grado di apportare un buon potere saziante, quindi va consumato anche giornalmente se è nostra intenzione farlo. Va evitato il consumo considerevolmente unito ad alimenti come il prosciutto (che deve rappresentare una eccezione e non una regola) mentre non ci sono grosse differenze tra un frutto maturo ed uno più acerbo.
Il melone ha una importante capacità di contrastare i radicali liberi grazie alla buona capacità ossidativa, e per questo va comunque considerato utile in senso generale per la nostra dieta. Solo chi ha livelli di diabete molto importanti dovrebbe chiedere la quantità da consumare come limite massimo al proprio dottore così da non avere problemi.